martedì 28 agosto 2012

Salerno e il suo misterioso Castello Arechi


Il Castello di Arechi racchiude tre secoli di civiltà longobarda (dall’VIII all’XI secolo). Realizzato da Arechi II, principe longobardo che trasferì la capitale del ducato da Benevento a Salerno, aveva come fulcro il castello che si eleva a 300 m sul livello del mare sulla cima del monte Bonadies.
Arechi, sopraelevò e modificò le mura antiche su preesistenti fortificazioni e costruì un castello "per natura e per arte imprendibile, non essendo in Italia una rocca più munita di essa". I risultati delle indagini archeologiche nel perimetro della Turris maior hanno rivelato come la fase costruttiva più antica risalga al periodo goto-bizantino.
Ancor prima, sul colle salernitano c’era stata comunque una generica frequentazione, risalente ad epoca romana e testimoniata da diversi rinvenimenti archeologici. Altri frammenti ceramici indicano un uso delle strutture architettoniche nel VII secolo. Ad Arechi II, non fu necessario rafforzare la fortezza, che venne soltanto inserita in un sistema difensivo urbano più articolato.
A nord-Ovest si staglia la torre di guardia detta la "Bastiglia" ad evidenziare la validità del sistema di difesa.
Nella parte più eminente vi sono una serie di torri disposte intorno al corpo centrale e collegate da mura merlate e da ponti levatoio. Nelle epoche successive si aggiunsero ampliamenti per aumentare l'efficienza e la funzionalità dei servizi.
L’andamento di tale fortificazione poteva consentire anche a un ridotto numero di difensori, di assumere una posizione dominante durante la ritirata verso il vertice incasellato, nel caso in cui gli avversari fossero penetrati all’interno del recinto urbano.
Si tratta dell’esemplificazione del meccanismo di difesa medio-bizantino, impiegato di norma per le città poste ai piedi di un’altura. Nel 1077 il “Castello di Arechi”, fu sottratto a Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno per diventare una roccaforte normanna, funzionale alla penetrazione dei cavalieri nordici nelle terre meridionali.
Beniamino da Tutela (l’ebreo navarrese Benjamin bar Jonah), nel suo Sefer Massa’ot o Libro dei viaggi, ricorda come nel XII secolo Salerno fosse “circondata da mura nella parte volta verso la terra, mentre l’altra parte è sulle sponde del mare; in cima alla collina c’è un castello ben munito”.
In seguito, il “Castello di Arechi”, diventò un importante elemento nello scacchiere difensivo aragonese, per poi perdere progressivamente importanza col mutare delle tecniche belliche. Esso venne quasi del tutto abbandonato nel XIX secolo.




Padre Pio e la sua preghiera

CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÚ.
 1. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto!", ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.
2. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome, Egli ve la concederà!", ecco che al Padre Tuo, nel Tuo nome, io chiedo la grazia...
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di  Gesù, confido e spero in Te.
3. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai!" ecco che appoggiato all’infallibilità delle Tue sante parole io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria. - S. Cuore di  Gesù, confido e spero in Te.
O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo per mezzo dell’ Immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera Madre, S. Giuseppe, Padre Putativo del S. Cuore di Gesù, prega per noi.
Salve Regina.
N.B.: La presente Coroncina era recitata, ogni giorno, da Padre Pio, per tutti quelli che si raccomandavano alle sue preghiere. I fedeli, perciò, sono invitati a recitarla quotidianamente anch'essi, per unirsi spiritualmente alla preghiera dei venerato Padre.

Santa Patrizia compatrona della città di Napoli


La Chiesa di San Biagio Maggiore o anche chiamata di San Gregorio Armeno con il relativo complesso conventuale, è ubicata nell'omonima strada del centro storico di Napoli, resa caratteristica dalle famose botteghe di pastori e artigianato sacro è anche conosciuta volgarmente con il nome di chiesa di Santa Patrizia infatti dal 1864 le spoglie della Santa furono traslate nella chiesa, a suggello della devozione dei napoletani per la vergine, discendente dell'imperatore Costantino che nel IV secolo naufragò sulle coste della città, prendendo alloggio nell'antico convento basiliano, dove sarebbe morta il 13 agosto del 365.
Nella quinta cappella a destra della navata, vi sono le reliquie della Santa, contenute in un pregevole reliquiario in oro e argento.
Le doti miracolose di Santa Patrizia, già note nel secolo XII, per il trasudamento della manna che sarebbe avvenuto dalle pareti sepolcrali che custodivano il corpo della Santa, ed in seguito per la liquefazione del sangue, hanno trovato a Napoli nei secoli ed ancora oggi, eco minore rispetto a quelle del più celebre patrono della città San Gennaro.
Santa Patrizia è la compatrona di Napoli e si festeggia ogni 25 agosto con una messa solenne aspettando la liquefazione del sangue.
La Santa è sempre stata molto amata dai napoletani dove hanno assistito stupefatti al prodigio della liquefazione del sangue e della manna. La manna fu vista trasudare, come altre tombe di santi, dal sepolcro, in particolare una grande effusione si ebbe il 13 settembre di un anno fra il 1198 e il 1214. Il sangue invece sarebbe uscito miracolosamente da un alveolo di un dente che un cavaliere romano per devozione esagerata aveva strappato al corpo della santa, morta da qualche secolo.
Dente e sangue sono conservati in un reliquiario di notevole pregio. Nei vari secoli lo scioglimento del sangue è avvenuto con modalità e tempi diversi. Attualmente, dopo le preghiere si scioglie lungo le pareti dell’ampolla. Questo miracolo è meno conosciuto dell’altra liquefazione che pure avviene a Napoli, cioè quella di s. Gennaro patrono principale della città.
Secondo il folklore popolare santa Patrizia è anche la santa dei single venerata da tutte le ragazze in cerca di marito, che si recano nella chiesa di San gregorio Armeno durante tutto l’anno a pregarla.
Preghiera a Santa Patrizia:

O prodigiosa vergine Santa Patrizia, mia avvocata e protettrice, che negli ultimi momenti della vostra vita otteneste da Gesù consiglio e divina protezione a tutti coloro che a voi si rivolgessero per aiuto, ottenetemi da Dio la salute dell’ anima e del corpo, la vittoria sul demonio e sulle passioni; allontanate le avversità che mi circondano, consolatemi nelle presenti tribolazioni. Ottenetemi il perdono dei peccati e l’ingresso nel regno del Cielo. Siate porto di salvezza ai naviganti e tutela alla nostra città. Diffondete speciale patrocinio sopra di me e su tutti i vostri devoti, affinché il nome Santo di Dio sia benedetto, glorificato, esaltato e lodato da tutti nei secoli dei secoli. Amen.

3 Gloria al Padre
Santa Patrizia pregate per noi.



San Gregorio Armeno la Chiesa di San Biagio Maggiore


La chiesa di San Gregorio Armeno o San Biagio Maggiore, con il relativo complesso conventuale, è ubicata nell'omonima strada del centro storico di Napoli (si veda la foto a lato), resa caratteristica dalle famose botteghe di pastori e artigianato sacro. La chiesa sarebbe stata edificata sulle rovine del tempio di Cerere attorno al 930, nel luogo che secondo la leggenda avrebbe ospitato il monastero fondato da Sant'Elena Imperatrice, madre dell'imperatore Costantino.
Altra leggenda vuole la presenza nel luogo di un monastero di monache basiliane, seguaci di santa Patrizia che vi si sarebbero stabilite dopo la morte della santa, conservando le reliquie di san Gregorio Armeno (che fu patriarca di Armenia dal 257 al 331). Nel 1009, in epoca normanna, il monastero fu unificato a a quello dedicato a San Pantaleone, assumendo la regola benedettina.
Dopo il Concilio di Trento, a partire dal 1572, il complesso subì un profondo rifacimento ad opera di Giovanni Vincenzo Della Monica e Giovan Battista Cavagna, con la chiesa collocata al centro del convento.
La facciata, presenta quattro lesene toscane che le conferiscono armonia di forma e struttura, con tre finestroni in arcate in un primo tempo sormontate da un timpano e successivamente da un terzo ordine architettonico.
L'atrio, severo e scuro, regge il piano del coro con quattro pilastri e le relative piccole volte ad essi collegati.
Il portale principale presenta dei bellissimi battenti disegnati con originali linee di ispirazione classica ed eseguiti nel 1792. In ciascuno degli scomparti dei tre battenti figurano rispettivamente, intagliati a rilievo, San Lorenzo, Santo Stefano e gli Evangelisti.
Superando l'atrio, si notano ai lati della porta le iscrizioni che ricordano l'anno di consacrazione della chiesa nel 1579 e la dedicazione al santo armeno. In una terza lapide è menzionata la visita di Pio IX del 1849.
Uscendo dalla chiesa, dal lato dell'omonima via resa caratteristica per le botteghe di pastori e sormontata dal cavalcavia di connessione tra i due conventi poi trasformato in campanile, si accede al chiostro ed al convento, che presenta un chiostro, tra i più belli e suggestivi della città, nel quale si affacciano gli alloggi a terrazza delle monache (le Suore di Santa Patrizia, che ivi attendono alla confezione delle ostie ed alla preparazione del vino bianco per la messa).
Al centro, una grande fontana marmorea barocca, affiancata da due statue settecentesche che raffigurano Cristo e la Samaritana (opera di Matteo Bottiglieri).




Miss Italia 2012 le foto delle concorrenti al titolo di più bella d'Italia divise per Regione

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venerdì 24 agosto 2012

Acerno fra grotte e fortezze

Acerno è un comune italiano di 2.877 abitanti della Provincia di Salerno in Campania ed è posizionato al centro dei monti Picentini, nell'alta valle del fiume Tusciano e dista circa 41 km da Salerno. Borgo fortificato, fu baronia di Ruggero di Lauria e più tardi marchesato della famiglia Mascara, che ne conservò il possesso fino al secolo XVIII.  Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Montecorvino, appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.  Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, ha fatto parte del mandamento di Montecorvino, appartenente al Circondario di Salerno.  Il comune ha subito gravi danni nel terremoto del 1980.

Monumenti da visitare sono: Castello longobardo, Antiche Cartiere, Antiche Ferriere e la Concattedrale di San Donato, ubicata poco fuori il paese vicino al cimitero, è caratterizzata da stile barocco, campanile a più piani e cuspide a bulbo; Ex Convento e Chiesa di Sant'Antonio; Santuario della Madonna delle Grazie; Chiesa parrocchiale Santa Maria degli Angeli; Chiesa dell'arciconfraternita dei Morti; Chiesa di San Matteo; Chiesa della Madonna del Carmelo (XVI secolo)e il Monumento ai Caduti.
Acerno ha molte Aree naturali costituite da numerose grotte… Grotta degli Angeli - Grotta Strazzatrippa - Grotta Acquapreta - Grotta Francesco Raso - Grotta del Bosco di San Lorenzo -  Grava di Marino Freda .
Famosa è anche la miniera di lignite.

giovedì 23 agosto 2012

Provincia di Caserta fra mare e montagne



La provincia di Caserta (pruvincia 'e Caserta in dialetto campano) è una provincia italiana della Campania con 920 109 abitanti, e il suo capoluogo è Caserta.
Confina a nord-ovest con il Lazio, a nord con il Molise, a est con la provincia di Benevento, a sud con la provincia di Napoli, a sud-ovest con il mar Tirreno.


Tipico esempio di provincia "artificiale", costituita cioè da territori geograficamente, storicamente e culturalmente disomogenei. Il  territorio della Provincia di Caserta è formato a nord del massiccio montuoso degli Appennini formato dal Matese(è composto da montagne di relativa altezza, comunque le più alte della Campania, Il massiccio è carsico, ricco di acque, anche termali e minerali (come la Lete), di grotte e di laghi di montagna)  al centro da monti di modesta altura(La zona centro-settentrionale è separata dalle montagne dell'Appennino dal fiume Volturno. Il fiume scorre nella zona centrale, fino ad aprirsi nella Pianura Campana)  e da colline e al sud e ad ovest da pianure di diversa tipologia.
La pianura campana viene considerata come tutta la zona che va dal Garigliano fino a Nocera.
La provincia ha, ad ovest, uno sbocco sul mare composto da una costa bassa e sabbiosa che si estende per circa 45 km. Tre fiumi sfociano sulle sue coste: il Volturno, il Savone ed il Garigliano. Il nome deriva dalla via Domitiana, voluta dall'imperatore romano omonimo. Inizia dal fiume Garigliano arrivando fino a Pozzuoli. Un tempo era un'area selvaggia e incontaminata caratterizzata da folte e ampie pinete e da ampie spiagge ricche di macchia mediterranea, area preferita sulla rotta degli uccelli migratori, perché ricca di laghetti e aree umide e in questo territorio, in particolar modo i comuni di Castelvolturno e Mondragone, vissero un improvviso incremento demografico ed una urbanizzazione selvaggia


Oggi il litorale domizio, nonostante le mille contraddizioni potrebbe avere una nuova crescita, questa volta ordinata e più consapevole, essendoci tutti i presupposti perché questo avvenga.
Nella consueta indagine annuale sulla "Qualità della vita", relativa all'anno 2010, pubblicata dal quotidiano Il Sole24Ore (che prende in considerazione una serie di dati statistici che vanno dal reddito all'occupazione, dalla natalità alla sanità, dai reati alle opportunità per il tempo libero) la provincia di Caserta si è classificata al 105º posto su 107 province (perdendo due posizioni rispetto all'anno precedente), penultima tra tutte quelle campane.



Caserta fra antiche e moderne mura


Caserta è un comune italiano di 78.872 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Campania.
La città è nota soprattutto per la sua imponente Reggia Borbonica, detta la Versailles d'Italia che, insieme al Belvedere Reale di San Leucio e all'Acquedotto Carolino, è inserita dal 1997 nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Caserta è legata urbanisticamente, senza soluzione di continuità ed è un  importante centro industriale.
Il comune di Caserta comprende, oltre al capoluogo, anche ben 23 frazioni, per una superficie totale di 56 km². Tra queste vanno ricordate San Leucio, comune a parte aggregato a Caserta sotto il Fascismo, famosa per il real belvedere e i setifici, e Casertavecchia, con il suo borgo medievale, il castello e il Duomo, del 1100, in stile arabo-romanico.

Caserta è situata in una posizione strategica rispetto ai grandi assi stradari. In particolare, è servita da due uscite dell'A1, è altresì situata al centro della via Sannitica, la strada voluta dai Borbone.
Nella provincia di Caserta si trova la zona pianeggiante più estesa della regione  Campania e di ciò risente anche il clima. La parte che va dalla costa sino ai primi monti che circondano il capoluogo, risente dei benefici influssi del mare, che si fanno sentire soprattutto in inverno con temperature miti e maggiore umidità. Assai diverso rispetto alla costa ed alla pianura casertana è il microclima dell'area matesina. La zona interna della provincia è infatti caratterizzata da numerosi rilievi sia collinari che montuosi e spesso sono investiti dalle correnti fredde da Nord-Est apportatrici di forti diminuzioni della temperatura con nevicate in inverno. La zona del Matese è una delle più piovose e nevose della regione.
Caserta non ha origini recenti: intorno al 423 a.C. venne conquistata dai Sanniti e nel 211 a.C., dal momento che si schierò con Annibale in opposizione ai Romani, venne condannata all'esproprio a alla centuriazione e quindi alla frammentazione del proprio territorio in grandi appezzamenti. Agli inizi del VIII secolo fu distrutta dalle invasioni dei Longobardi di Capua, fino ad essere completamente distrutta nel 863 d.C. per iniziativa di Pandone il Rapace.
Notizie certe intorno a essa si hanno solo nel Medioevo quando compare per la prima volta con il nome di Casairta; venne incorporato nel Ducato di Benevento e nel 879 venne incamerata dai conti di Capua. Ruggero II la eresse a Contea nella prima metà del XII secolo e si costituì lo Stato casertano; la città visse un periodo di splendore grazie a Roberto di Lauro, capostipite della nuova signoria. Furono infatti costruiti il Palazzo Vescovile, la Casa Canonica, mentre proseguiva la realizzazione della Cattedrale.  Successivamente, però, la signoria passò nelle mani della famiglia d'Aquino e a quella Angioini, poi appartenne ai Sanseverino, ai Ribulsi, ai Della Ratta. Caterina Della Ratta, figlia del conte Francesco, sposò dapprima Cesare d'Aragona, figlio naturale di Ferrante (uomo di fiducia del re), in seguito convolò a seconde nozze con Andrea Matteo d'Acquaviva, conte di Conversano, con il quale ebbe inizio la dinastia degli Acquaviva, che durò dal 1544 fino al 1634.
Egli concordò anche il matrimonio tra la pronipote della contessa di Caserta Anna Gambacorta e il nipote Giulio Antonio, con il quale Caserta visse il periodo di maggiore sviluppo, purtroppo segnato anche dall'epidemia di peste del 1656..
Il principato fu venduto a Carlo di Borbone intorno al 1750, quando la città si abbellì grazie alla maestosità del Palazzo Reale; la sede vescovile si trasferì da Caserta Vecchia nella Caserta attuale con ordinanza del Papa Gregorio XVI del luglio 1841 e diede vita ad una nuova cattedrale. Grazie a Ferdinando II Caserta divenne vero e proprio fulcro degli affari di Stato.
Nel 1819 la città fu nominata capoluogo di provincia di Terra di Lavoro, soppressa poi nel 1927; ritorna capoluogo di provincia qualche anno più tardi, nel 1945.
Garibaldi pose qui il proprio quartiere generale; dal 1926 fino al 1943 fu sede dell'Accademia dell'Aeronautica Militare Italiana. Dall'ottobre 1943 vi si stabilì il comando supremo di Napoli e il 29 aprile 1945 il generale Von Vietinghof vi firmò la resa dell'esercito tedesco presente in Italia.
La provincia di Caserta , conosciuta con il nome di Terra di Lavoro fino al 1927, anno in cui questa venne soppressa, comprende l'intero settore nord-occidentale della Campania.
Il nome originario della suddetta regione è Liburia, termine che deriva da un'antica popolazione denominata Leporini oppure Liburn, anche se molto ritengono che esso sia stato dedotto dal gentilizio Libor, poi tramutato in Labor a causa di una trascrizione errata o per distorsione fonetica.  Terra di Lavoro ebbe la sua massima estensione intorno al XIII secolo, epoca in cui includeva il territorio compreso tra il Tirreno, gli Appennini e la fascia meridionale della valle Roveto. E' stata anche una provincia del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli e dell'Italia pre-repubblicana.  I centri più importanti erano Caserta, Capua, Gaeta, Sora, Nola, Teano, Isola di Liri, Arpino (luogo di nascita di Cicerone) e Aquino, oltre ai comuni delle isole Ponza e Ventotene.




lunedì 13 agosto 2012

Ferragosto 2012 a Napoli: eventi, concerti e feste.

Trascorri il tuo week-end di Ferragosto nella splendida Napoli la "città del sole" In questo link trovi utili informazioni su apertura Musei, Parco Giochi MagicLand e tanto altro ancora...
http://www.napolitoday.it/eventi/ferragosto-2012-eventi-napoli-15-agosto.html