giovedì 12 aprile 2012

Chiesa del Gesù Nuovo fra leggende e storia

La chiesa del Gesù Nuovo o Trinità Maggiore è una delle più importanti chiese basilicali di Napoli; si erge in Piazza del Gesù Nuovo ed è situata ad ovest dell'antico decumano inferiore. La chiesa venne così chiamata per distinguerla dalla vecchia chiesa del Gesù. All'interno vi è inoltre custodito il corpo di san Giuseppe Moscati e le sue stanze private dentro le quali soggiornava. Tra 1629 e il 1634 venne eretta la prima cupola con lavori diretti dal gesuita Agatio Stoia su progetti del Valeriano e del Provedi e nel 1635-1636 Giovanni Lanfranco affrescò la cupola con uno stupefacente Paradiso da tutti ammirato.
Tra il 1693 e il 1695 si procedette ai lavori di ricostruzione e completamento della chiesa: la cupola fu ricostruita da Arcangelo Guglielmelli e l'originale portale marmoreo rinascimentale fu arricchito con due colonne, due angeli e lo stemma dei Gesuiti "IHS". Nel 1717 tutto il complesso fu rinforzato, su progetto di Ferdinando Fuga, con l'erezione di contro pilastri e sottarchi. Nel 1725 il cantiere del Gesù Nuovo si può dire concluso. La chiesa subì gravi danni durante la seconda guerra mondiale a causa di alcuni attacchi aerei. 
Durante uno di questi bombardamenti, una bomba che cadde proprio sul soffitto della navata centrale rimase miracolosamente inesplosa. Oggi la bomba è esposta all'interno della chiesa.
Nel 1975 la chiesa è stata nuovamente restaurata sotto la direzione di Paolo Martuscelli; i lavori furono seguiti anche dal padre gesuita Antonio Volino che ha provveduto tra l'altro all'ennesima riparazione della pseudo cupola. Dal 1976 al 1984, infine, il complesso fu utilizzato per rappresentare il rovescio della 10.000 lire, in cui figurava appunto parte della facciata a bugne della chiesa e la parte inferiore della barocca guglia dell'Immacolata che caratterizza l'omonima piazza.
La facciata di palazzo Sanseverino divenne la facciata della chiesa. Essa è caratterizzata da particolari bugne, una sorta di piccole piramidi aggettanti verso l'esterno, Anche il portale marmoreo è di Palazzo Sanseverino e risale agli inizi del XIV secolo.
Però nel 1685 i Gesuiti apportarono alcune modifiche ai fini bassorilievi alle mensole su cui poggia il fregio superiore e al cornicione: aggiunsero lateralmente due colonne prolungando la cornice ed il frontone fu spezzato per inserirvi uno scudo ovale che ricorda la generosità della principessa di Bisignano, Isabella Feltria della Rovere. Alla sommità laterale furono apposti gli stemmi dei Sanseverino e dei della Rovere e sull'architrave un altro fregio con cinque testine che sorreggono dei festoni di frutta. 
L'interno barocco, a croce greca con braccio longitudinale lievemente allungato, Sulle controfacciate sono presenti affreschi, la cupola è consolidata da una struttura in calcestruzzo armato, presenta una calotta sferica scandita dalle finestre lunettate; le decorazioni in stucco riprendono il motivo del cassettonato e nei pennacchi della falsa cupola ci sono resti affrescati nel primo Seicento…
Nella navata destra si aprono tre cappelle ed una cappella più grande che corrisponde alla parte terminale del transetto: la prima cappella presenta decorazioni marmoree di Costantino Marassi e Vitale Finelli e dipinti di Giovanni Bernardino Azzolino; la seconda è dedicata a San Giuseppe Moscati  la cappella a destra del presbiterio è arricchita con decorazioni… 
Sul lato destro del transetto, inoltre, vi è una porta d'accesso alle antiche stanze private di Giuseppe Moscati, con esposti tra l'altro anche alcuni manoscritti del santo, sue fotografie storiche ed alcuni rosari..
LEGGENDA...
La leggenda vuole che chi fece edificare il palazzo (che a questo punto bisogna presupporre sia stato Roberto Sanseverino), avesse voluto servirsi in fase di costruzione di maestri pipernieri che avevano anche conoscenza di segreti esoterici (segreti tramandati solo oralmente e sotto giuramento dai maestri agli apprendisti), capaci di caricare la pietra di energia positiva. I segni misteriosi graffiti sulle piramidi della facciata, secondo la leggenda, avevano a che fare con queste arti magiche o conoscenze alchemiche. Essi dovevano convogliare tutte le forze positive e benevole dall'esterno verso l'interno del palazzo. Per imperizia o malizia dei costruttori, queste pietre segnate non furono piazzate correttamente, per cui l'effetto fu esattamente opposto: tutto il magnetismo positivo veniva convogliato dall'interno verso l'esterno dell'edificio, attirando così ogni genere di sciagure sul luogo.  Questa sarebbe la ragione per cui nel corso dei secoli tante sventure si sono abbattute su quell'area: dalle confische dei beni ai Sanseverino, alla distruzione del palazzo, dall'incendio della chiesa, ai ripetuti crolli della cupola, alle varie cacciate dei Gesuiti, e così via.

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