mercoledì 11 aprile 2012

Il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino


Bagnoli Irpino è un comune  in provincia di Avellino.
Il comune fa parte della regione storica Irpinia, nasce a ridosso dei Monti Picentini nel IX secolo sotto il dominio dei Longobardi. Oggi è conosciuto per la produzione del Tartufo Nero di Bagnoli Irpino e  di prodotti caseari.
Il “Tuber mesentericum” Vitt. (Tartufo nero ordinario, o tartufo nero di Bagnoli ). Il T. mesentericum è presente sui Monti Picentini.
 E’ un tartufo dall’ odore penetrante; il suo nome scientifico deriva etimologicamente dal greco “Mesenterion”( mesenterio), membrana che avvolge l’intestino tenue che all’altezza dell’ombelico presenta la caratteristica invaginazione; il peridio del tartufo ha l’analogo infossamento nella sua parte più pianeggiante.La raccolta dei tuberi viene fatta in autunno-inverno fino a primavera.Il corpo riproduttivo è irregolarmente rotondeggiante, di solito della grandezza di un uovo o poco più. Ha scorza bruno-nerastra con verruche piramidali non molto grandi, screpolate e poco rilevate.
 La polpa (gleba) varia dall'ocra al bruno e al grigio ed è marmorizzata da venature bianche. Allo stato maturo emana un odore forte, caratteristico, di alcool iodato, inebriante e stimolante allo stesso tempo. Il sapore è squisito, gradevole, morbidamente amaro, molto appetitoso; per assaporare il suo aroma andrebbe consumato crudo, a fettine sottilissime, sparse su mille pietanze, al sapore delle quali si amalgama, conferendo all'insieme un gusto nuovo ed inimitabile.
Ottimo commestibile, ricercato da buongustai e da tutti i poeti della gastronomia, oltre per la sua prelibatezza, va sempre più incontrando i favori di un pubblico vasto e composito anche per le sue quotazioni più accessibili.
La pulitura si effettua immergendo prima i tartufi in acqua tiepida per alcuni minuti e poi spazzolandoli in acqua corrente con uno spazzolino morbido.
Altro metodo è la pelatura che consiste nell'asportare la parte esterna con un coltellino con la lama sottile ed affilata; il metodo consente di pulire interamente il tartufo dal terriccio, però si perde un pò del prezioso tubero, e se non si è esperti lo sfrido può anche essere notevole.
 Ecco come si possono  conservare…Per pochi giorni in recipienti chiusi immersi nel riso che assorbe l'umidità. Avvolti singolarmente in carta assorbente e inseriti in barattoli di vetro a chiusura ermetica, conservati in frigo nel comparto frutta si riescono a mantenere anche per 2-3 settimane. Ermeticamente chiusi in buste di cellofan, si possono conservare surgelati in freezer, ad una temperatura di -20 °C, per una durata di 6-7 mesi conservando il 90% del loro profumo. Una variante a quest'ultimo metodo, consiste nel mettere del sale nelle buste di cellofan con i tartufi; il sale è igroscopico e , dalla testimonianza di qualche ristoratore, la conservazione può essere di più lunga durata ed il profumo resta quasi inalterato. Conservato sott'olio e tritato nel burro sono metodi di conservazione che possono risultare utile per l'impiego del tartufo in particolari ricette.
La produzione di Tuber mesentericum, stimata qualche anno fa dal nostro Comune di Bagnoli, si aggira intorno ai 15.000 kg a stagione.
L’ultimo fine settimana di ottobre, si rinnova il tradizionale appuntamento autunnale della Sagra  del Tartufo, e Mostra mercato del Tartufo Nero di Bagnoli.
Il visitatore troverà tartufi e castagne, proposti nei modi più svariati, e poi funghi porcini, pasta fatta in casa, salumi, il pecorino di Bagnoli, la ricotta di pecora tanti rinomata, latticini e mozzarelle genuine. Piatti unici nel loro genere, piatti difficili da trovare in altri luoghi e che racchiudono tutta l’antica tradizione Irpina. Il “migliatiello, l’uscieddu, la conza, la minestra maritata, la trippa”, i numerosi piatti a base di tartufo, aspettano soltanto di essere scoperti ed apprezzati.


  

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