giovedì 12 aprile 2012

Napoli e la Leggenda del Munaciello



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Proverbio napoletano


ll munaciello o monaciello , "piccolo monaco" in napoletano) è uno spiritello leggendario del folclore napoletano; è di solito rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura, abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe.
Il munaciello si manifesterebbe sia come spiritello benefico sia come spiritello dispettosoSecondo la tradizione, non sembra che si conosca con precisione il luogo in cui abita il munaciello, ma ragionevolmente si suppone che dimori tra le rovine di alcune di queste abbazie e monasteri che si trovano tra le colline che circondano la zona di Napoli.
La leggenda popolare vuole che uno dei vari rifugi del munaciello si trovi a Marina del Cantone, nella torre di Montalto, località di Sant'Agata sui Due Golfi (Massa Lubrense) È un esperto delle vie sotterranee di Napoli e le attraversa per frequentare vecchi palazzi, causando diverse seccature. Si dice che Villa Gallo sia una delle case infestate da questa creatura.
Il munaciello tenderebbe ad esprimersi, nei confronti degli abitanti della casa dove si appalesa, con tipiche manifestazioni: di simpatia (lasciando monete e soldi nascosti dentro l'abitazione, oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto); di antipatia (nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, soffiando nelle orecchie dei dormienti); di apprezzamento (sfiorando con palpeggiamenti le belle donne).
In nessuno dei tre casi suddetti bisogna però rivelarne la presenza: secondo il folklore napoletano, possono capitare disgrazie e sfortuna a chi rivela una visita del munaciello.
Ci si può propiziare questo benefico spiritello domestico con il cibo, nella speranza di vedere trasformato il cibo in oro; ma non ci si deve vantare di tali doni soprannaturali, altrimenti svaniscono così come sono apparsi.
Quando il munaciello si manifestasse di persona, pare che appaia alle persone sempre nel cuore della notte, ma solo a coloro che sono nel più estremo bisogno, dopo che abbiano fatto tutto ciò che è possibile fare per alleviare l'angoscia che si è abbattuta su di loro e dopo che tutto ciò che è umanamente possibile abbia fallito. Lui senza parlare farebbe cenno di seguirlo; chi ha il coraggio di farlo verrebbe portato in qualche posto dove è nascosto un tesoro.
Il munaciello non porrebbe nessuna condizione per il suo utilizzo, non richiederebbe alcuna promessa di rimborso, non esigerebbe né dazio né servizio in cambio.
 Non si sa se questi tesori siano i frutti di guadagni illeciti o i frutti del lavoro industrioso, messi da parte per le occasioni d'amore e di carità. Si dice che in molti abbiano fatto improvvisamente fortuna grazie al suo intervento e quindi, quando qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso, si dice "Forse avrà il munaciello in casa".  Si dice anche che il tesoro portato in dono dal munaciello sia appropriato per le esigenze di chi l'ha ricevuto.
La leggenda del munaciello ha origini plurisecolari; due sono le ipotesi più accreditate dagli studiosi delle tradizioni popolari.
Secondo una prima ipotesi, il munaciello sarebbe realmente il figlio di Caterinella, una signorina di buona famiglia rinchiusa in convento dopo che il suo fidanzato (sgradito alla famiglia di lei) fu assassinato nel 1445. Il bambino fu cresciuto nel convento, dove le suore mascherarono le sue deformità con un abitino da monaco (da cui il diminutivo munaciello), fino a quando egli morì in circostanze misteriose. Dopo la sua morte, il popolo napoletano continuò a vederlo nei posti più disparati, ed iniziò ad attribuirgli poteri magici connessi al fatto che dalle sue apparizioni potevano ricavarsi dei numeri fortunati da giocare al lotto. Altra leggenda invece vuole che il munaciello sia stato l'antico gestore dei pozzi d'acqua, il quale riusciva (per la sua statura piccola) ad entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio. Vi è anche una terza ipotesi, che descrive il munaciello come piccolo demone, dispettoso perché cattivo, anche quando lascia monete (in tal caso, il denaro sarebbe un'offerta ai vivi per attirarli dalla sua parte).

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