Piazza del Plebiscito (già Largo di Palazzo o Foro Regio) è una piazza di Napoli posizionata a termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento.
Ubicata nel cuore della città, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati, qui si affacciano importanti edifici storici della città:
Basilica di San Francesco di Paola, Palazzo Reale, Palazzo Salerno, Palazzo della Prefettura
La piazza del Plebiscito fu per secoli uno slargo irregolare,
dove si svolgevano le feste popolari attorno alle cosiddette macchine da festa, che venivano periodicamente innalzate da grandi architetti (famose quelle di Ferdinando Sanfelice e di Francesco Maresca).
Una riproduzione che descriva l'aspetto della piazza, lo si può intravedere da diversi dipinti paesaggistici di Napoli. Per esempio la Veduta del largo di palazzo, di Gaspare Vanvitelli (dipinto oggi conservato al Palazzo Zevallos di Napoli), grazie al quale si può notare anche l'ubicazione originaria della fontana del Gigante, oggi in via Partenope.
Nel 1963 un'ordinanza comunale trasformò la piazza in un parcheggio pubblico per far fronte all'incremento incontrollato di autovetture in città. La piazza rimase così deturpata fino a quando nel 1994, in occasione del vertice dei G7, la giunta Bassolino le restituì dignità pedonalizzandola in toto.
Piazza del Plebiscito sorge non molto distante ad altri imponenti monumenti di Napoli, come l'adiacente Teatro San Carlo, la Galleria Umberto I ed il poco distante Maschio Angioino. Inoltre dalla piazza è visibile in alto la collina di san Martino sulla quale sorgono la Certosa di San Martino ed il Castel Sant'Elmo. Ancora, la piazza è anche punto d'incrocio di importanti strade cittadine: Mergellina, Via Toledo e Via Chiaia.
Essa si sviluppa su un ampio spazio che vede sul lato ovest un colonnato al centro del colonnato spicca la Basilica di san Francesco di Paola, che ne è l'elemento dominante e fu eretta da Ferdinando I, come ex voto per aver riconquistato il regno dopo il decennio di dominio francese. Di fronte all'edificio di culto, invece, c'è il Palazzo Reale.
La piazza vista dal colonnato della basilica, verso il palazzo reale e palazzo Salerno
La basilica, commissionata a Pietro Bianchi nel 1817, fu completata nel 1846, nei modi più aggiornati del neoclassicismo il quale si sviluppò e vide i suoi massimi esponenti proprio in città e nel regno delle due Sicilie grazie a personalità del calibro di Luigi Vanvitelli. Il modello di riferimento della chiesa fu quello delle forme del Pantheon romano.
All'interno è abbellita da statue e dipinti coevi, ad eccezione del seicentesco altare maggiore e da alcune tele prelevate da luoghi di culto pre-esistenti sul vecchio slargo.
Isolate sulla piazza, di fronte alla Basilica, s'innalzano le statue equestri di Carlo III di Borbone (iniziatore della dinastia borbonica) e di suo figlio Ferdinando I. La prima è opera di Antonio Canova che eseguì il lavoro in un arco cronologico compreso fra il 1816 ed il 1822, anno della morte dell'artista; la seconda, non potendo essere eseguita per intero dallo scultore veneto a causa della sua morte, vede per quel che riguarda il cavallo l'effettiva attribuzione al Canova, mentre il re che lo cavalca fu scolpito dall'allievo Antonio Calì. Le sculture furono commissionate per celebrare il ritorno della dinastia borbonica dopo la parentesi napoleonica.
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